ROSA

ARALDICA

Se il giglio è il fiore più bello in araldica, la rosa nulla ha da invidiar a tal fior.

La rosa in araldica si rappresenta allargata, di cinque foglie o petali, con un bottone nel centro e senza gambo.

Qualche volta però è al naturale, ossia come si trova in natura.

Suoi attributi sono: bottonata (col bottone, un piccolo cerchio nel mezzo, di smalto diverso), gambuta, fogliata, attraversata, attraversante, accompagnata, sormontata, sostenuta, ecc.

Dicesi sia stata introdotta nel blasone delle famiglie d’Italia dai Normanni; ma abbiamo ragioni a credere che, indipendentemente da essi, già la regina dei fiori figurasse nelle imprese di tutti i popoli.

Anticamente i giudici tenevano in mano un mazzetto di rose, ed anche il Lord Mayor di Londra giudicava colle rose in mano.

Nei tornei la rosa significava freschezza e tenerezza, ma se gialla, era emblema di vergogna.

Numerosi motti furono applicati alla rosa nelle imprese:

Nascendo senescit; Vix orca fugit

Destasi allo spuntar del primo raggio

E tra le spine pur spuntando viene

Quanto si mostra men tanto è più bella

Fortitudo et decor

E punge e piace

Fiorisce ma ferisce

Non vi è rosa senza spine

ed altri, onde servi a rappresentare la vita umana, la bellezza, la virtù ritrosa, la verginità, la modestia, la caducità, l’eloquenza satirica, etc.

In araldica la rosa dimostra la grazia, la bellezza, l’onore incontaminato, la soavità dei costumi, la magnificenza, la grandezza di nobiltà e il merito conosciuto.

È inoltre simbolo del silenzio, tanto che gli antichi ne ponevano una in mano della statua d’Arpocrate, e la dipingevano sulla volta delle stanze per far intendere che le cose ivi udite si doveano tacere.

La rosa rossa è emblema dell’amore e della grazia vigorosa, la rosa bianca d’integrità di costumi.

Non tutte le rose che si trovano nell’armi hanno un significato simbolico; in Inghilterra molte hanno origine dalla guerra delle due Rose; altre rappresentano le rose d’oro mandate dai Pontefici in dono ai principi, come son quelle dell’ arma di Grenoble e dei Gherardini di Firenze.

In Inghilterra è anche brisura del settimo figlio.

La rosa è, dopo il giglio, il fiore più comune nel blasone; se ne vede un gran numero nelle arme d’Italia e di Francia, e specialmente nella Sicilia, nel Veneto, nel Piemonte, nella Savoja, nel Lionese; altrove è altresì frequente.