PESCE

ARALDICA

I pesci si ammettono nel blasone, per rappresentare la taciturnità, l’agilità, la vigilanza dei militi e viaggi fatti sul mare.

E dal fatto che i pesci muoiono estratti dall’acqua, fu preso il simbolo dall’uomo religioso ed onesto che vuol piuttosto morire che dipartirsi dai termini della legge.

Nelle arme di paesi e città i pesci indicano spesso la vicinanza al mare o a qualche lago, come le armi di Irlanda, d’Annecy, di Nantua, ecc.

I pesci, fra le figure del blasone, sono di minor pregio dei quadrupedi e degli uccelli.

I pesci si pongono negli stemmi alettati, barbati, addossati, affrontati, curvi, inferociti, montanti, na­tanti o in fascia, in banda, in pergola, in sbarra, in palo, orecchiuti, scagliosi, spasi­mati, caudati, boccheggianti, coronati, uscenti, ecc.

I pesci più comuni in araldica sono: il delfino, la balena, il barbio, il cefalo, il rombo, la trota, il salmone, lo storione e la triglia, a cui il Ginanni aggiunse erroneamente la conchiglia, il granchio, il gambero, la lumaca, la rana, l’anguilla e la testuggine.

Nel blasonare, ossia, descrivere araldicamente, si dice pesce nel caso solamente in cui non se ne conosca la specie.